Istantanea: 335-336-337
Carissimi history lovers, buon inizio settimana!
[335]
La granduchessa osservò con interesse i lineamenti della donna in questione, cercando di carpire da essi quali fossero le doti che tanto l’avevano resa speciale. Era graziosa, non v’era dubbio, ma era certa che l’estetica non fosse stata la sua unica carta da giocare. In uno degli ultimi incontri privati con l’astuta nonna paterna, ella aveva appreso una verità utile e rivelatrice: non lasciare che gli avvenimenti ti sfiorino senza cambiarti.
«Sarei felice di conoscerla» informò lo zio con un accenno di sorriso.
«Certo. Anche lei è ansiosa di fare la vostra conoscenza.»
[336]
Quando Chiara vide il marito avvicinarsi con i Granduchi di Toscana, non poté evitare al proprio cuore di sobbalzare nel petto. E la ragione non era da imputare al loro rango reale, bensì alla familiarità che auspicava di conquistare. La nipote del marito era straniera, proprio come lei, ed era estranea alle faccende di quella corte che, dal giorno delle nozze, l’additava come la peggiore delle egoiste. Si augurò, quindi, che le concedesse almeno l’opportunità di farsi conoscere. Non potendo fare altro, si alzò e attese.
[337]
«Maria Luisa, Pietro Leopoldo», principiò il Reggente con orgoglio, «vorrei presentarvi mia moglie, Maria Chiara Spinucci da Fermo», poi volse lo sguardo e lo incatenò teneramente a quello della sposa, «Chiara, vi presento il Granduca e la Granduchessa di Toscana, Pietro Leopoldo D’Asburgo- Lorena e Maria Luisa di Borbone- Wettin.»
La donna abbassò lo sguardo e approntò una compita riverenza, in attesa che uno dei due proferisse parola per primo.
«È un piacere fare la vostra conoscenza», parlò Maria Luisa con un sorriso gioviale, «ho così tante cose da chiedervi» ammise con leggerezza.
«Sarò lieta di rispondere a ogni vostra domanda, Vostra Grazia» conciliò con timido rispetto.
«Vi prego di chiamarmi Maria Luisa» sentenziò guardando il marito torva, con il chiaro intento di ammonirlo nel caso avesse avuto da obiettare, ma Pietro non ne aveva alcun desiderio e le sorrise prima di rivolgersi al Reggente.
«Francesco, visto che le nostre signore hanno da conversare, vorrei affrontare con voi un’altra questione. Ne avete il tempo?»
«Certamente» assentì ossequioso, anche se avrebbe preferito rimanere con le donne, ma uomini come lui non potevano perdersi in chiacchiere, quando c’erano terre da governare.
Alla prossima!